Scopate inaspettate  - seconda parte - Lucca Trasgressiva

Scopate inaspettate - seconda parte - Lucca Trasgressiva

Trovavo, ogni mattina, nella mia agenda di lavoro, alla pagina del giorno, un foglietto scritto a macchina che diceva che voleva incontrarmi fuori dal lavoro e mi indicava il luogo ed ora. Firmava come Lorenza. Siccome noi eravamo avvezzi a farci scherzi, credetti sempre che fosse opera di qualche collega burlone. Ma doveva avere le chiavi dei laboratori ed oltre a noi solo il custode, un anziano prossimo alla pensione ne aveva una copia. Poi, non sapevo ci fosse una Lorenza fra il personale della fabbrica. La centralinista aveva una copia delle chiavi da qualche parte, ma era una cinquantenne, fuori lista. rimanevano i miei colleghi e Maria, la analista. Investigai, ma nessuno conosceva una Lorenza. Via, via i messaggi si facevano piu` espliciti: " Leccami la figa,o mettimelo in figa e nel culo, ti faccio un pompino" Era il pomeriggio del ventiquattro di dicembre, nevicava e c'erano gia` trenta centimetri di neve. Io dovevo assolutamente completare una relazione , che poi avrebbe dovuto essere battuta amacchina ed inviata via fax in Arabia Saudita. In tutti gli uffici non c`era piu` nessuno, tranne me e la segretaria che avrebbe dovuto battere a macchina la relazione, ma si trovava negli uffici principali. Alle diciassette un ragazza di nome Adriana, dai capelli rossi, faccia bianchissima e lentigginosa , occhi verdi, magrissima ed alta quasi quanto me, entro` in laboratorio. Voleva iniziare a battere la relazione. Io le dissi che dovevo ricontrollarla e che mi sarebbe occorsa un`altra ora e mezza. - OK! Torno dopo, ma almeno mi hai preso un regalo per Natale? - mi disse. Io prontamente le risposi: - Si, un bel cazzo! - Lei si giro` e se ne ando`. Chiusi la porta a chiave e tornai alla mia scrivania. Alle diciotto e trenta bussarono alla porta, pensai che fosse il custode, visto che tutte le luci del laboratorio erano accese. Andai ad aprire, la ragazza di prima era sulla porta, in pelliccia di visone, stivali lunghi neri e nulla sul capo. Entro` di prepotenza, richiuse la porta dietro di se e disse con fare deciso: - Sono Lorenza Adriana e sono venuta a prendere il mio regalo di Natale! - Apri` la pelliccia e sotto era completamente nuda! Vidi due tettine bianchissime con due capezzoloni rosa e poi vidi la foresta di pelo rosso della sua figa. La sbattei contro il muro, tirai fuori il mio uccello, che stava gia` diventando duro, la baciai e le infilai il cazzo in figa in un sol colpo. Era completamente bagnata e le ci volle poco per avere un orgasmo. Venne gridando: - Siii! Siii! Scopami tutta! Tuttaaaa! - Ad ogni mio affondo la sollevavo leggermente da terra, non pesava nulla! IO continuavo a pomparla e lei a godere, ad un certo punto si mise a squirtare, continuando a gridare. Per fortuna che indossavo gli abiti da lavoro, perche` pantaloni, calze e scarpe erano completamente inondati! Sicuramente erano pieni anche i suoi stivali! Poi, ringrazio` per il regalo, mi chiese la relazione e se ne ando`. Lorenza era sposa e poi mi confesso` che suo marito non sapeva scopare, a lui piacevano solo i pompini!
Mia moglie aveva una amica di nome Caterina che aveva una figlia che andava male in inglese. Caterina chiese a mia moglie se avessi potuto dare lezioni di inglese a sua figlia, del contrario non avrebbe passato gli esami. Siccome abitavano sulla strada che dall`ufficio portava a casa mia, passavo da loro dopo il lavoro. Un giorno Caterina mi disse che aveva comprato dei Jeans per suo marito ma che non gli entravano. Terminata la lezione di inglese, mi disse che se volevo provarli e se mi fossero andati bene, me li avrebbe regalati. Suo marito era in cucina e guardava sport in TV, sua figlia era in sala da pranzo con i testi di inglese, Caterina mi disse: - Vieni, provateli! - Mi porse i Jeans e mi indico` il salotto. La sentii dire a suo marito che mi avrebbe regalato i Jeans se mi fossero andati bene, lui la zitti` dicendole che era occupato a seguire la partita. Caterina entro` in salotto, mentre mi toglievo i Jeans e disse: - Ti vanno benissimo, sono della tua taglia, ma adesso mettimelo in figa! Su! Svelto, non c`e` tempo! - si era avvicinata ad una poltrona, aveva messo un ginocchio su di essa e si era sollevata la gonna. Era senza mutande. La presi alla pecorina e mentre la pompavo lei si sditalinava furiosamente. Venimmo quasi in contemporanea. quindi lei si sfilo`, si abbasso` la gonna ed usci` dal asaloote dicendo ad alta voce: - Gli vanno bene! - Le credo, io pesavo sessantacinque chili e suo marito piu` di novanta!

Bene, alla prossima!

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